martedì 24 agosto 2010

E ti vengo a cercare

Primo giorno dopo il parto. Non so cosa siano i dolori del travaglio, ma posso garantire che quelli che si provano dopo un taglio cesareo sono tosti. L'effetto dell'anestesia è passato durante la notte e non mi hanno dato nessun altro analgesico. Non pensavo che gli addominali fossero necessari per tutti questi movimenti. L'infermiera mi ha detto che mi devo alzare, che devo muovermi. Per farlo faccio uno sforzo enorme. Sono riuscita a sedermi sul letto, ma sono rimasta bloccata per quasi 20 minuti senza sapere cosa fare: troppo doloroso alzarsi e troppo doloroso sdraiarsi nuovamente, e nessuno che sia passato e che mi abbia dato una mano. Mamma e Marco sono venuti a trovarmi sia a pranzo che a cena (che io ho saltato a piè pari ovviamente) ma io non sono stata di molta compagnia. Sono venuti in tanti a trovarmi ma ammetto che se fossi stata più in forma avrei preferito.
Alla fine è arrivata l'ora dell'appuntamento per entrare in neonatologia sub-intensiva, dove è il mio bimbo. Dobbiamo andare alle 21:00. Siamo scesi con la sedia a rotelle. Mi batteva fortissimo il cuore. Nel pomeriggio ero riuscita a vedere Erion solo di sfuggita dal vetro della nursery. Quando siamo entrati pensavo che erano già più di 24 ore che era al mondo e io non ero ancora riuscito a tenerlo in braccio. Entriamo io e Marco. Prima però bisogna mettersi un camice usa e getta, i copriscarpe e lavarsi le mani con il gel. Quando arriviamo lui è nell'incubatrice. E' completamente nudo a parte un pannolino minuscolo ed un ciuccio enorme. Il monitor indica che nel suo lettino speciale ci sono 30 gradi. La stanza è in penombra. L'infermiera ci saluta e ci fa entrare. Lo prende e me lo da. Sono emozionatissima. Ha una flebo e il braccio pieno di nastro per tenere fermo il tubicino. Lo prendo in braccio e comincio a piangere. Non sono mai stata così piagnona in vita mia credo. E' così piccolo, fragile. Mi sembra impossibile che sia nostro, che sia veramente lì. Marco lo guarda e ride. Non so se sente quello che sento io. Spero tanto di sì.

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