lunedì 23 agosto 2010

Erion

Sono le 20:15 di lunedì 23 agosto 2010. Sono in sala operatoria e non sarebbe dovuta andare così. Saresti dovuto nascere tra una settimana con un parto naturale. Sarebbe dovuto essere un parto semplice, senza complicazioni anche se con un po' di dolore. Ed invece niente. Sei nato così, con un parto cesareo "d'urgenza". Stavi soffrendo e il tuo cuoricino perdeva troppi colpi e troppo spesso. Mi hanno fatto l'anestesia spinale e non ho sentito assolutamente niente se non un po' di freddo sulla schiena. Mi preparano, sono tutti molto tranquilli. Io un po' meno, ma vedere i medici e le infermiere così mi fa calmare. Succede tutto rapidissimamente. L'anestesista mi racconta quello che succede al di là del telo verde...è simpatico e cerca di tenermi calma. Sento i medici che trafficano, qualcuno che tira, qualcuno che spinge. La sensazione è quella che stiano tagliando una coperta molto spessa appoggiata sulla mia pancia. Sono pochi minuti, solo 7 da quando comincia tutto, ma mi sembrano molti di più. Nessuno parla a parte l'anestesista, sono tutti molto concentrati. Poi l'anestesista mi dice che ci siamo, che l'ostetrica è già pronta con i teli per prenderti. Stai per nascere, stiamo per conoscerci. Riesco solo a pensare "fate presto, fate presto"...e poi ti sento. Un rumore brevissimo. Hai pianto? Non lo so...non ne sono sicura...passano pochi secondi e ti sento che piangi veramente, non fortissimo, non con prepotenza. E' un suono stupendo. Lui mi dice che ti stanno portando dai neonatologi..che ti guardano...che hanno l'espressione soddisfatta...ed io voglio vederti, toccarti...prenderti in braccio. Non posso, lo so, ma è quello che vorrei. E poi arrivi da me, in braccio all'ostetrica. Ti vedo e siamo tutti e due a testa sottosopra. E sei lì...mi guardi, so che non mi vedi, ma i tuoi occhi sono rivolti verso di me. La prima cosa che riesco a dire è che sei uguale al tuo babbo...sei la sua fotocopia. Occhi scuri, tantissimi capelli neri. Sei piccolissimo ma sei forte. E stiamo lì così. Mi liberano la mano e mi mettono il braccialetto per non sbagliarsi...impossibile, non potrei scambiarti con nessun altro bimbo di questo mondo adesso che ti ho visto. Ti tocco, ti accarezzo e solo dopo mi rendo conto che sto piangendo. Dovresti essere tu quello che piange, ed invece no. Sei calmo e silenzioso. Poi l'ostetrica mi dice che ti deve portare via, che ti stai raffreddando. E te ne vai mentre io cerco di guardarti ancora. Sono felice come non pensavo di poter essere, come invece sarò mille e mille altre volte, ogni volta che ti guarderò...so che sarà così, mi basterà ripensare a questo momento. Fuori ci sono il tuo babbo e la tua nonna. Non penso a come sono stati in quest'ultima mezz'ora, penso a come si sentiranno adesso che tivedranno e vorrei venire con te. Poi cominciano a "rimontarmi", ma ormai non c'è più fretta, tu sei al sicuro e tutta la paura che avevo se n'è andata.

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